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Cameretta condivisa: una buona idea?

Un tempo, quando le famiglie erano numerose e le abitazioni piccole, era del tutto normale condividere la stanza da letto con i fratelli. Anche oggi, tuttavia, la cameretta condivisa può rivelarsi un'ottima soluzione.

Quando sono rimasta incinta per la seconda volta, ci siamo subito chiesti come avremmo ripartito le tre stanze da letto di casa nostra. Era necessaria una cameretta per ciascun figlio? Oppure sarebbe stato meglio che inizialmente fratello e sorella condividessero una stanza?

Io e mio marito abbiamo optato per la seconda soluzione. Inizialmente la decisione è stata dettata da ragioni di ordine pratico: ci piaceva l'idea di poter avere un locale in cui tenere la biancheria, lavorare e custodire le cianfrusaglie di casa. Inoltre sapevamo che, finché erano piccoli, i bambini avrebbero comunque trascorso poco tempo in camera da letto. Nei primi tempi nostra figlia dormiva nella sua stanza, ma giocava perlopiù in soggiorno. Per più di un anno, in casa nostra c'è stata quindi una cameretta che, per quanto bella e ben arredata, non veniva usata praticamente mai per giocare. Quando finalmente è nato il fratellino, la bimba ha smesso anche di dormirci: avendo maggior bisogno della nostra vicinanza, infatti, la notte veniva di nuovo nel lettone.

Dopo un po', avere una cameretta tutta sua è diventato però sempre più importante. All'inizio le serviva soprattutto come rifugio: era infatti il luogo perfetto per giocare con cavalli e bambole senza che il fratellino creasse scompiglio. Nella sua stanza poteva anche giocare con le amichette senza che il piccolo desse fastidio.

Con il tempo, il legame tra fratello e sorella si è fatto sempre più stretto, e più i due crescevano, più gli piaceva giocare insieme. Ora che hanno rispettivamente quattro e sei anni, sono praticamente inseparabili. Spesso si ritirano nella loro cameretta per poter giocare indisturbati. E naturalmente anche per evitare che l'altro fratellino – che è ancora piccolissimo – distrugga le loro opere. 

Ora usano la cameretta anche per dormire. Oserei addirittura dire che nessuno dei due riuscirebbe ormai ad addormentarsi senza il respiro dell'altro in sottofondo.

Allo stato attuale è raro che avvertano il bisogno di prendersi una pausa per stare ognuno per conto proprio. E se proprio capita, si rifugiano sui loro letti a soppalco, che sono provvisti di una sorta di tunnel. Spesso di giorno coprono i rispettivi tunnel con dei teli, trasformandoli così in piccole tende da campeggio, delle specie di rifugi.

Quando si è trattato di arredare la cameretta dei bambini, ci siamo sbizzarriti provando un po' di tutto. All'inizio vi abbiamo sistemato due lettini per bebè, poi un letto a mezza altezza e uno per ragazzi. Era il periodo in cui, con l'aiuto di uno scaffale, avevamo diviso la stanza in una zona notte e una zona giochi.

In realtà l'idea iniziale era quella di trasformare il letto a mezza altezza in un letto a castello. Ma avevamo fatto male i conti: entrambi i bambini, infatti, pretendevano di dormire in alto. Accanto al letto a mezza altezza, ora in camera campeggia perciò un vero letto a soppalco. Sotto ciascuno dei letti i bambini hanno allestito il loro spazio giochi e, quando giocano insieme, occupano lo spazio tra i due letti.

Per quanto ancora condivideranno la cameretta? Non lo sappiamo. Probabilmente, prima o poi la grande si sposterà in una stanza da letto tutta sua, mentre il fratello condividerà la cameretta con il piccolo di casa, per il quale stravede. Ma è solo una supposizione. Se infatti c'è una cosa che i nostri figli ci hanno insegnato, è che difficilmente si possono fare dei progetti quando in casa ci sono dei bambini. E che, per quanto belli, i progetti sono fatti soprattutto per essere riveduti.

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