Esistono due modalità di divorzio: quella consensuale e quella su azione del coniuge. Tutto dipende in ultima analisi dal fatto che i genitori giungano o meno a un accordo. Laddove trovino una soluzione comune, nonostante la presenza di figli il divorzio può svolgersi senza complicazioni. In caso contrario, possono insorgere dei problemi.
Il divorzio consensuale
Se i genitori si accordano su come organizzare la vita con i figli successivamente al divorzio, possono stilare – insieme o con l’ausilio di un avvocato – una convenzione di divorzio. Il contratto serve a disciplinare questioni importanti come quelle dell’autorità parentale, della situazione abitativa dei figli e degli orari di visita, ma anche una serie di aspetti economici. Una volta redatta, la convenzione di divorzio viene inoltrata al tribunale, che provvede a verificarne la correttezza. Laddove siano state rispettate tutte le prescrizioni del caso, viene pronunciato il divorzio.
Il divorzio su azione di un coniuge
Se i genitori non trovano alcun punto di accordo circa l’organizzazione della vita successivamente al divorzio o se uno dei due non vuole porre fine al matrimonio, si giunge a un divorzio su azione del coniuge. In tal caso, con l’assistenza di un avvocato ciascuna delle parti cerca di ottenere ragione dinnanzi al tribunale. Onde farsi un’idea della situazione, i giudici ascoltano anche i figli, che hanno così modo di esporre la loro visione della situazione familiare. Se l’impressione è che, contestualmente al divorzio dei genitori, i figli necessitino di sostegno, viene affiancato loro un avvocato dei minori, il quale li rappresenta dinnanzi al tribunale.
Nel corso di una o più udienze il tribunale cerca di giungere a un accordo soddisfacente per tutte le parti. Terminate le udienze, si ha la sentenza di divorzio. Se entrambi i genitori concordano con quest’ultima, viene pronunciato il divorzio. In caso contrario, possono impugnare la sentenza. Seguono quindi altre udienze.