Prenderlo in braccio, dargli da mangiare o porgergli il ciuccio non serve: il bebè che tende a piangere a oltranza è inconsolabile. Talvolta capita addirittura che venga colto da un attacco di rabbia, noto anche come «spasmo affettivo», e perda conoscenza. Quasi il 10% dei bambini ha la tendenza a piangere a oltranza. La cosiddetta «regola del tre» vi aiuterà a capire se il vostro piccolo rientra in questa categoria. Prestate a tal proposito attenzione ai segnali descritti di seguito.
Il bambino piange più di tre ore al giorno per più di tre giorni a settimana e questa situazione si protrae per almeno tre settimane?
Se sì, è probabile che abbia la tendenza a piangere a oltranza.
Un neonato interessato dal problema descritto piange durante la poppata, nel sonno e dopo il cambio del pannolino. Per i genitori che fanno di tutto per tranquillizzarlo, senza risultati, la situazione diviene molto stressante. Talvolta iniziano così a chiedersi se il bambino non li stia respingendo, se per ragioni sconosciute abbia dei dolori o se vi sia qualcosa che lo irrita. È comprensibile che a questo punto, in preda alla disperazione, si sentano impotenti – se non addirittura incompetenti – e respinti dal piccolo. Possono tra l'altro insorgere sensi di colpa per il malessere del bambino. Se a tutto ciò si aggiunge poi la stanchezza dovuta al fatto che il piccolo li tiene svegli anche di notte, ecco che i limiti della sopportazione sono presto raggiunti. Occasionalmente capiterà forse anche di provare un senso di aggressione nei confronti del bimbo che piange: un chiaro segnale che è ora di chiedere aiuto a un professionista.