In genere le discussioni vertono su questioni come le faccende domestiche, il disbrigo di noiose pratiche amministrative, il rispettivo senso dell’ordine o, più semplicemente, il diverso modo di concepire una colazione sana per i bambini. Va da sé che stress e carenza di sonno hanno contribuito non poco a renderci più suscettibili.
Sì, litighiamo. E a volte lo facciamo davanti ai bambini, anche se non è nostra intenzione. Quando ancora non aveva tre anni, nostra figlia ci ha fatto capire che vederci litigare la metteva a disagio. Dapprima ha fatto di tutto per distrarci, in modo che non discutessimo. Poi ha gridato: «Non litigate!».
La cosa mi ha dato molto da riflettere. E all’improvviso mi sono ricordata di come mi sentivo da piccola quando i mie genitori litigavano davanti a noi figli: mi sentivo male. Finora sono sempre stata del parere che è importante sviluppare una sana cultura del litigio. Che la capacità di litigare e dirsene di tutti i colori per poi fare la pace, fa parte di una relazione sana. In linea di massima credo che da questo punto di vista ce la caviamo bene. In fin dei conti facciamo coppia da più di 15 anni e insieme abbiamo superato piccole e grandi crisi.
Abbiamo però dovuto rivedere il nostro modo di litigare, per lo meno in vista di quelle situazioni in cui la lite non può essere rimandata a quando i bambini dormono. Abbiamo così deciso di non alzare più la voce, di discutere in modo più costruttivo e magari anche di uscire a prendere una boccata d’aria per riflettere su ciò che vogliamo davvero dire. Naturalmente abbiamo anche cercato di spiegare a nostra figlia che litigare è importante. Che la mamma e il papà sono persone come le altre e a volte hanno opinioni divergenti. Che quando ci si arrabbia è meglio parlare che non tenersi tutto dentro.
Oggi a volte i nostri litigi si svolgono in modo molto civile, altre volte meno. In tal caso a nostra figlia tocca purtroppo intervenire di nuovo con un bel: «Mamma, papà, basta litigare!», e ricordarci così chi sono gli adulti in casa nostra.
