Vita quotidiana
Il blogger di Hello Family Andreas

Se i papà a tempo pieno / casalinghi rimangono una rarità

Da ormai più di un anno sono casalingo e, come tale, continuo a essere visto come una figura singolare. Molti stentano a credere che abbia davvero voluto rimanere a casa per dedicarmi ai figli. Quello del papà a tempo pieno / casalingo è un ruolo che deve ancora affermarsi.

Quando i miei figli hanno iniziato a frequentare l’asilo e la scuola elementare, in occasione delle riunioni ho conosciuto altri genitori. Durante il giro di presentazioni più di uno è apparso stupito dal fatto che sia io a stare a casa. In seguito è emerso che gli altri papà mi ammiravano e le mamme erano entusiaste della mia scelta. I miei interlocutori sembrano però chiedersi sempre in che misura lo scambio di ruoli sia stato volontario. Si tratta di un dubbio sollevato di continuo da vicini di casa e parenti. Sembra (quasi) che non si capacitino che abbiamo deciso di compiere questo passo, dopo cinque anni di tradizionale ripartizione dei ruoli. Ogni volta devo spiegare che non abbiamo mai escluso questa opzione e che la nostra decisione non è stata dettata dal fatto che ero disoccupato. In fin dei conti, però, tutti trovano che sia stata un'ottima scelta, una scelta coraggiosa.

A causa del mio ruolo di papà a tempo pieno e casalingo i miei vicini (decisamente attempati) mi fanno spesso domande del tipo: «Sei soddisfatto di stare tutto il giorno a casa a curare i bambini?». Oppure: «Tua moglie lavora a tempo pieno! Non è un problema?». Nelle loro teste resiste, incrollabile, il tradizionale modello di ripartizione dei ruoli. Spesso mi è anche stato chiesto come me la cavo con le faccende domestiche. A mia moglie non lo hanno mai domandato: davano per scontato che avesse tutto sotto controllo. Le persone che mi circondano mi offrono inoltre molto più spesso aiuto di quanto hanno fatto con mia moglie, quasi non si fidassero pienamente delle mie capacità. 

Benché oggigiorno sia del tutto normale e socialmente accettabile che un papà vada con i figli al parco giochi o a fare la spesa anche in settimana, il fatto che abbia deciso di mettere da parte la carriera per occuparmi della famiglia mi rende stravagante agli occhi altrui.

Maggiormente accettato è il modello più «soft», in cui la coppia condivide il compito di accudire la famiglia e provvedere al suo sostentamento. Ad oggi, nel contesto in cui vivo non mi è ancora capitato d’incontrare un uomo che avesse fatto una scelta simile alla mia: i papà che decidono di lavorare a tempo parziale hanno comunque un grado di occupazione almeno del 60%, più spesso dell’80%. In compenso oggi per i papà è del tutto normale ritagliarsi una giornata da passare con i bambini.

A proposito: finora ai miei figli (di cinque e sette anni) nessun amichetto ha mai chiesto perché a casa ci stia io e non la mamma. Forse la generazione per cui questo modello sarà scontato sta già crescendo davanti ai nostri occhi.

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