Vita quotidiana
La blogger di Hello Family Nadja

Bambini: devono vuotare il piatto?

Di recente mi sono imbattuta in questo titolo: «Stando ai risultati di uno studio, se spronati a vuotare il piatto, i bambini cominciano a mangiare troppo. Cresce così la predisposizione al sovrappeso». Di seguito vorrei spiegarvi cosa significa quanto sopra per la vita quotidiana di una famiglia.

Stando allo studio di cui sopra, non bisogna...

  • spronare i bambini a vuotare il piatto;
  • fare dei pasti in generale una questione di Stato;
  • ricompensare i bambini con dolci e dolciumi;
  • vietare determinati cibi; 
  • costringere i bambini a provare un determinato alimento.

Ma le cose che vanno o non vanno fatte sono tante e c’è anche chi a questo proposito non esita a fornire pareri non richiesti. 

La mia esperienza di bambina

piacevano, in modo da potermi poi godere il resto del pasto. Quella di lasciare qualcosa nel piatto era un’opzione non prevista. Assaggiavo di tutto e benché non tutto mi piacesse, mi astenevo dal lamentarmi. Ho provato persino lumache, sanguinaccio e coniglio (che in Italia è considerato una prelibatezza). Oggi me ne guarderei bene. All’epoca, invece, a fine pasto il mio piatto era vuoto. E in tavola c’erano sempre bevande dolci. A scuola, durante la ricreazione, mangiavo un panino di farina bianca talvolta accompagnato da barrette di cioccolato. A colazione non di rado c’erano quei dolcini unti di carnevale intinti in latte e cacao, oppure cereali per la prima colazione strapieni di zucchero. Dal punto di vista odierno, tutte cose classificabili come crimini di media gravità.

In realtà non erano che risvolti dell’educazione e alimentazione degli anni ‘70 e ‘80, epoca in cui sono cresciuta. Ne sono rimasta danneggiata? No. Ho sviluppato strani comportamenti alimentari? No. Ho avuto problemi di sovrappeso? No.

Come mi comporto con le mie figlie

Ai pasti si beve solo acqua minerale naturale, e questa regola è stata accettata. Porto in tavola prevalentemente cibi sani, cosa che viene accettata senza troppo entusiasmo. Spiego alle bambine che non devono vuotare il piatto, ma che mi aspetto che assaggino di tutto. E loro lo fanno. Rifiuto di dare il dessert alle piccole soltanto qualora non abbiano finito di mangiare. Non che il dessert sia da intendersi come ricompensa. Spiego semmai alle bambine che, siccome non hanno mangiato tutto, do per scontato che non abbiano fame. Spesso capita allora che facciano sparire anche gli ultimi bocconi. Se le costringo a vuotare il piatto? Secondo alcuni studi il nostro sarebbe un caso controverso.

Per quanto mi riguarda, ritengo che, laddove si usi il buon senso, non occorra seguire pedissequamente i principi sanciti dai tanti studi in materia. Prima o poi, infatti, a fronte di questa marea di consigli si rischia di scordarsi di dare ascolto a se stessi. Con il risultato che, se si sbaglia, ci si sente in colpa. E questo è nocivo quanto il dolcino di carnevale intinto in latte e cacao. 

Con una sana dose di autoriflessione e un po’ di attenzione per l’alimentazione, anche quelli che secondo gli studi sarebbero passi falsi sono presto perdonati.

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