Tre ore di moto al giorno per i bambini in età prescolare – questa la raccomandazione ufficiale. In un primo momento potrebbe sembrare molto, ma in realtà non lo è affatto. Le tre ore di moto, infatti, non devono necessariamente essere continuative e, a parte questo, non occorre che il bambino si lanci in imprese sportive di alto livello. Anche una passeggiata, un giro per negozi, i giochi scatenati con i coetanei o l’arrampicata al parco sono attività motorie. L’importante è che il bambino non passi le giornate seduto. Stando agli addetti ai lavori, crescendo non avrà più bisogno di tanto moto, ma in compenso dovrà svolgere quotidianamente un’ora di attività fisica d’intensità medio-alta, che può essere ad es. praticare uno sport, andare in bicicletta o ballare.
Di quanto moto ha bisogno un bimbo?
La raccomandazione dell’UFSP è inequivocabile: un bambino in età prescolare dovrebbe fare moto per almeno tre ore al giorno, un ragazzo per almeno una. Ma cosa s’intende esattamente con moto? Va bene anche una semplice passeggiata o è necessario che il bambino corra a perdifiato?
Bisogno individuale di movimento
Va da sé che le tre ore di moto consigliate ai bimbi in età prescolare sono da intendersi come una semplice raccomandazione generica. Ci sono bambini che soddisfano il loro bisogno di movimento già andando a piedi fino alla Coop o giocando per un’ora nella sabbiera, dopo di che si siedono e fanno un puzzle, guardano un libro o disegnano. Ma ci sono anche bambini che hanno bisogno di moltissimo moto – ad es. i miei figli.
A un certo punto mi sono resa conto che i miei piccoli si muovevano per lo più di corsa. Al parco giochi e al supermercato, ma anche al museo: camminare lentamente non fa per loro. Sono bambini che manifestano inequivocabilmente la loro esigenza di moto. Quando, ad. es., alle dieci del mattino non ha ancora avuto modo di muoversi all’aperto, mio figlio è visibilmente nervoso e di cattivo umore. E se la sera lui e la sorella fanno ancora un paio di giri di corsa attorno al tavolo o si scatenano saltando sul letto, è perché durante il giorno non si sono mossi a sufficienza. Proprio per questo non mi stanco mai d’insistere sulla necessità di prestare attenzione alle esigenze dei piccoli. Anche se forse non sono ancora in grado di esprimersi a parole, i bambini sanno farci capire di quanto movimento hanno bisogno.
Quando il moto è anche divertimento
L’esigenza di attività fisica può in parte essere soddisfatta con la partecipazione a dei corsi. Anche in questo caso, a mio avviso, non esistono regole universalmente valide. Apprezzo moltissimo la possibilità di scegliere tra tante discipline sportive e ho sempre cercato quelle più adatte ai miei figli. Inizialmente pensavo che alla mia bambina potesse piacere la danza classica, ma mi sbagliavo. La piccola si annoiava: i movimenti non erano abbastanza veloci. In compenso con l’arrivo del gelo invernale ha scoperto il piacere di sfrecciare sul ghiaccio. Ha iniziato con il nostro aiuto e ora continuerà a farlo in un corso. Il fratellino, invece, si sfoga al circo per bambini, dove ha anche modo di esercitare la capacità di coordinazione.
Se alcuni bambini partecipano ad attività sportive guidate già a tre anni, altri preferiscono attendere ancora un po’. Per quanto mi riguarda, approfitto ben volentieri della possibilità di frequentare qualche lezione di prova. In questo modo, infatti, si capisce in fretta se il bambino ha già la maturità necessaria per frequentare il corso. E se si rivela troppo timido o ancora incapace di concentrarsi a lungo, non importa: i corsi vengono riproposti anche l’anno successivo. Nel frattempo il piccolo può muoversi a sufficienza in compagnia di mamma e papà al parco giochi, nel bosco o in piscina.
Per finire, un breve consiglio: per i più piccoli la cara vecchia ginnastica Geba – oggi nota anche come ginnastica per bambini – è l’occasione perfetta per scatenarsi insieme ai genitori.