Gravidanza e bebé
La blogger di Hello Family Deborah

Stimolare i cinque sensi del bebè

I bimbi nascono già provvisti di gusto, olfatto, vista, udito e tatto. I cinque sensi, tuttavia, non sono affatto ugualmente sviluppati. Qui vi spiego come aiutare il vostro bimbo a scoprirli.

Per il bebè l’olfatto è essenziale. Il piccolo non è ancora in grado di mettere a fuoco i volti dei genitori, ma in compenso è già provvisto di un buon naso. Di qui la grande importanza del bonding, ossia il contatto corporeo diretto tra genitori e bimbo subito dopo la nascita. Con il bonding, infatti, il piccolo impara a riconoscere mamma e papà dal loro odore. E c’è chi sostiene che è proprio per questo che dopo il parto la neomamma ha un odore corporeo più intenso del solito. Per quanto mi riguarda, per non confondere il mio bebè all’epoca ho scelto di evitare, sia per me che per lui, i prodotti profumati.

Di seguito vi spiego come stimolare gli altri sensi del vostro piccolo.

Gusto: meglio se dolce

Quando ancora si trova nel grembo materno, attraverso il liquido amniotico il nascituro inizia a sviluppare delle preferenze gustative che manterrà anche in seguito. Anche per questo, nei bimbi appena nati il senso del gusto è già piuttosto sviluppato. Neonati e bambini piccoli prediligono il dolce e probabilmente la spiccata dolcezza del latte materno è tutt’altro che casuale. Ma non è tutto: attraverso l’alimentazione la mamma può influire sul sapore del suo latte. Se ad esempio mangia aglio, il latte ne assumerà vagamente l’aroma – che tra l’altro ai bimbi piace molto. Anche più tardi, con l’introduzione delle pappe, è importante proporre ai piccoli un’ampia varietà di alimenti. Pur non garantendo che più avanti mangino di tutto, un’alimentazione varia stimola infatti il senso del gusto. A proposito: se la maggioranza dei bimbi evita i cibi dal sapore amaro, è perché in natura quest’ultimo è spesso associato a sostanze tossiche.

Tatto: scoprire il mondo attraverso bocca, mani e piedi

Molto sviluppato a livello di labbra e lingua già al momento della nascita, il senso del tatto permette al bimbo di succhiare il latte materno – il che è essenziale ai fini della sopravvivenza. La pelle è il più grande degli organi e l’intenso contatto corporeo favorisce l’instaurarsi di un legame tra bimbo e genitori. Nello stesso tempo, innesca nella mamma la produzione di ossitocina – l’ormone delle coccole – che a sua volta stimola la lattazione. Quello del tatto è un senso cruciale. È perciò importante che, non appena in grado di afferrare degli oggetti, il neonato abbia modo di toccare la maggior varietà possibile di superfici. Vi sono bimbi che adorano gli oggetti morbidi come i doudou e altri che vanno in visibilio per l’erba o la sabbia. È tra l’altro importante che il bambino tocchi le varie superfici non solo con le mani, ma anche con i piedi. È perciò consigliabile che per gattonare o compiere i primi passi venga lasciato a piedi nudi.

Udito: l’effetto calmante di voci conosciute

Appena nati, i bimbi vengono sottoposti a un test uditivo. È infatti molto importante riconoscere quanto prima eventuali problemi d’udito. Spesso i neogenitori trascurano di parlare direttamente ai loro piccoli dando per scontato che un neonato non capisca comunque ciò che gli viene detto. Ma ciò è solo parzialmente vero. Già nel grembo materno i bebè imparano a riconoscere la nostra voce, che più tardi avrà su di loro un effetto calmante. Basta così parlare loro in toni pacati affinché manifestino una reazione positiva. Spiegare poi al neonato quello che stiamo facendo, non solo favorisce lo sviluppo linguistico, ma concorre anche a rafforzare il legame e la confidenza tra genitori e bimbo. Per i bambini un po’ più grandi e già in grado di afferrare degli oggetti possono risultare molto interessanti i giocattoli che producono rumori diversi, ad es. sonagli o panni sensoriali.

Vista: con il tempo sempre migliore

Al momento della nascita la vista è il senso meno sviluppato, basti pensare che il neonato vede solo ciò che si trova a max 20 cm di distanza e, per di più, vede sfocato. Proprio per questo, nel comunicare con il bimbo i genitori avvicinano istintivamente il viso al suo. È solo a partire dai quattro mesi che i bambini iniziano a vedere tutti i colori. Prima di quel momento trovano interessanti il contrasto tra nero e bianco e il colore rosso, ragion per cui sono generalmente felici di ritrovarli in una catenella per passeggino o in una giostrina appesa sopra il fasciatoio. I bebè iniziano ad avere una capacità visiva simile a quella degli adulti solo dopo i primi 12 mesi di vita, ma continuano a essere ipermetropi. Anche in età scolastica, inoltre, faticano a stimare la velocità con cui si muove un oggetto e, soprattutto in strada, vanno dunque tenuti d’occhio.

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