
A noi invece sì. E quando partiamo alla carica con la lavata di capo, riscontriamo scarsa disponibilità a collaborare da parte loro. Cosa che invece sarebbe auspicabile.
Allora come si fa?
Innanzitutto bisogna essere ben consapevoli del proprio limite di sopportazione. Quanto riesco a sopportare? Fino a dove posso arrivare? Poi, in tutta calma, si definiscono le regole. Scendere a compromessi va benissimo. Magari si può stabilire un’ora o un giorno fissi in cui mettere in ordine, chessò, oggi la scrivania e la settimana prossima l’armadio.
L’importante è che, come dice il proverbio, «chi ha tempo non aspetti tempo». Ecco qualche consiglio per preparare il terreno a una convivenza ordinata:
- Mettere in ordine la cameretta insieme al bambino fin dall’inizio, senza pretendere troppo. Un passo alla volta: prima i libri, poi le macchinine e così via. È importante coinvolgere il bambino, e la musica può essere d’aiuto.
- Preparare varie cassette: una per i pupazzi, una per i dinosauri e una per le costruzioni.
- «Metti via il giocattolo che hai appena finito di usare prima di prenderne un altro.» Anche se la richiesta vi sembra vana da tempo, non demordete e ripetetela sempre con la massima calma.
- Mettere via lo stretto necessario ogni sera prima di andare a dormire. Le costruzioni e i lavori di bricolage iniziati possono invece essere lasciati dove sono. Se la notte si riesce a muoversi per la cameretta senza problemi, è già qualcosa.
- Complimentarsi con il bambino quando ha messo in ordine, facendolo nel modo più concreto possibile, ad esempio: «Fantastico! Hai messo via tutte le Barbie nella scatola».
- Se il caos invece regna sovrano, bisogna aiutare il bambino a mettere in ordine: insieme è meno frustrante per entrambi.
- Fare sempre repulisti insieme al bambino e vendere le cose vecchie insieme a lui al mercato delle pulci. Così mettere in ordine può anche essere divertente.