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Dolciumi: quanti concederne?

Smarties, gelato, orsetti gommosi... se potesse, mia figlia mangerebbe tutto. Contemporaneamente. Ebbene sì: la nostra piccola ama i dolciumi. E per noi genitori a volte questo è un problema. Quanti concedergliene? Ogni giorno un po’? Una volta a settimana? E a quali condizioni?

Nel primo anno di vita era ancora tutto molto semplice, visto che avevamo deciso di evitare gli zuccheri. La svolta è arrivata con il primo compleanno, quando per la piccola abbiamo preparato una torta di cioccolato a due piani con tanto di decorazioni a tema circense. Se proprio dovevamo iniziare nostra figlia al mondo dei dolci, meglio farlo in piena regola. Abbiamo perciò tagliato la torta e gliene abbiamo dato una fetta. L'ha afferrata con manine avide, l'ha messa in bocca, ha fatto una smorfia... e ha cominciato a piangere.

Incredibile, ma vero: a nostra figlia il dolce non piaceva. E noi ne eravamo ben contenti. Sapevamo però che non sarebbe durata. E infatti quando a un anno e mezzo la piccola si è ritrovata davanti il suo primo gelato, lo ha letteralmente divorato.

Non intendevamo demonizzare i dolciumi. Volevamo semmai che la bambina imparasse a gustarli senza eccedere. E così abbiamo deciso di concederle un pezzetto di cioccolato per dessert, proprio come consigliano i dentisti. Anche il gelato in piscina è ammesso.

In casa nostra i dolci devono rappresentare un piacere. Per poter mangiare un paio di Smarties non occorre che nostra figlia mangi tutto quello che ha nel piatto. Ma alla nostra tavola vigono due regole ben precise: la bambina riceve qualcosa di dolce solo se è lei a chiederlo e solo se prima ha mangiato un po’ di verdura.

Per qualche tempo abbiamo anche sperimentato la formula del consumo autogestito. Il cassetto in cui tenevamo cioccolato & Co. era ad altezza di bambino. All’inizio è andato tutto bene. Va da sé che già prima di colazione nostra figlia chiedeva di poter mangiare del cioccolato. Se però non glielo permettevamo e le spiegavamo che avrebbe potuto avere qualcosa di dolce solo dopo pranzo, se ne faceva una ragione.

Con il tempo, tuttavia, ha iniziato a voler capire fin dove poteva spingersi. Capitava così che si mettesse in bocca un pezzo di cioccolato senza chiedere il permesso, oppure che nascondesse coniglietti di cioccolato nella sua cameretta. E intanto noi ci chiedevamo come mai all’ora di cena non avesse appetito. Di lì a poco ci siamo resi conto che l’esperimento era fallito.

Ogni famiglia deve gestire il consumo di dolciumi come meglio crede. In genere però è meglio non usare i dolci come una forma di ricompensa, per evitare che da grande il bambino si serva dello zucchero come autogratificazione. Di questo principio abbiamo fatto tesoro. Per il bene dei denti, inoltre, evitiamo le bevande che contengono zuccheri. A una festa o al ristorante nulla vieta però di bere un bicchiere di sciroppo o di schorle di mele.

Ma tornando al tema iniziale: ad oggi mia figlia non ama le torte.

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