La blogger di Hello Family Isabelle

Spartirsi i compiti con il partner, ossia l’arte di delegare.

«Non mi sento bene», lo sento gemere dall’altra stanza. Stiamo parlando di mio marito. Stando a lui, la sottoscritta – moglie senza cuore – alle sette del mattino lo avrebbe condannato a cambiare il lenzuolo bagnato di pipì della bimba.

«Cos’hai? Sei malato?», gli chiedo. «No. È che il mattino così presto non ce la faccio proprio a cambiare le lenzuola. È troppo faticoso». 

Ah ecco. Due volte a settimana, però, Sua Signoria se ne va in palestra alle sette del mattino, dove solleva pesi e corre come un pazzo sul tapis roulant insieme ad altri fanatici del fitness. Ed evidentemente quel tipo di sforzo non gli risulta affatto faticoso. Cambiare un lenzuolo all’alba, invece, è davvero troppo per il delicato fisico maschile. 

Questo piccolo aneddoto tratto dalla nostra caotica routine familiare illustra molto bene quella che è la ripartizione dei compiti tra me e mio marito. La nostra è una suddivisione dei ruoli di tipo tradizionale. Lui lavora in proprio a tempo pieno. Anch’io sono lavoratrice autonoma. Oltre a lavorare al 40-60% mi occupo della famiglia. 

Nei giorni in cui mi occupo dei bambini sbrigo anche gran parte delle faccende domestiche. La sera e nei fine settimana (in caso di contrattempi anche la notte e il mattino presto) ci spartiamo invece il lavoro. Come dimostra l’aneddoto del lenzuolo, tuttavia, raramente la suddivisione delle incombenze avviene in automatico. In altre parole, in veste di manager di famiglia mi ritrovo in genere a dover delegare i compiti a mio marito.

Cari uomini, non me ne vogliate: non intendo certo passare per una dittatrice, ma è pura utopia che l’uomo capisca al volo quel che la moglie desidera faccia in casa e agisca di conseguenza! O che il mattino presto si alzi di sua spontanea volontà per cambiare il lenzuolo bagnato di pipì della figlia. È ben più probabile che finga di dormire, nella speranza che se ne occupi la sua dolce metà. Non che gliene voglia. Perché, diciamola tutta: se lui si occupasse sempre di sua spontanea volontà di tutte le faccende domestiche, anch’io me la prenderei comoda.

Il mio motto è pertanto: delegare! Dire apertamente che i sacchi della spazzatura non vanno da soli nel cassonetto; che il pannolino della bimba sta per esplodere; che la domenica a mezzogiorno i bambini devono mangiare qualcosa; che i giocattoli sparsi per casa vanno raccolti e messi via prima di andare a letto. Perché, come diceva lo scrittore austriaco Richard Schaukal: «Quella di voler fare tutto da soli è una caratteristica degli incapaci». E per di più non è compatibile con la moderna organizzazione familiare.

Altri articoli di Isabelle