Gravidanza e bebé
La blogger di Hello Family Deborah

Attachment parenting – allattamento, contatto e lettone condiviso

Oggi si parla molto dell'attachment parenting, in breve AP. Ma cosa prevede esattamente questa teoria educativa? E come si fa ad applicarla nella vita di tutti i giorni?

Un esempio è la neomamma che non riesce a staccarsi un attimo dal suo bambino. Di giorno lo tiene attaccato al seno o a sé con una fascia. La notte dorme con lui nello stesso letto oppure mantiene il contatto fisico utilizzando il lettino fianco letto. Il piccolo spesso ne è molto felice, perché così soddisfa il bisogno di vicinanza che deriva dai 9 mesi passati nel pancione. Se non si considera la stanchezza estrema, anche la mamma ne è contenta. Infatti, il contatto fisico costante stimola in lei l'ormone delle coccole. Ecco, questa è una madre che segue il metodo dell'attaccamento. 

Cos'è l'attachment parenting?

L'attachment parenting, almeno secondo i suoi sostenitori, non è altro che un modo di relazionarsi con il neonato secondo natura. Durante l'età della pietra non esistevano biberon e passeggini. E un bambino che dormiva in una caverna senza la protezione della madre presumibilmente sarebbe stato divorato da una tigre con i denti a sciabola. Nel periodo dell'industrializzazione mamma e figlio sono stati allontanati sempre di più l'uno dall'altra e il metodo dell'attaccamento ha lasciato spazio a un distacco sempre più precoce. Questo fenomeno è dovuto senza dubbio a motivi pratici: mentre la madre lavorava in fabbrica, il biberon poteva essere dato anche da un'altra persona. E i bambini si lasciavano strillare fino a che non si riaddormentavano – probabilmente così riuscivano a dormire tutta la notte e le madri l'indomani mattina erano riposate e pronte per andare al lavoro. 

AP: ritorno all'attachment parenting

L'idea dell'attachment parenting è venuta negli anni Ottanta al pediatra statunitense William Sears. La sua teoria si riassume nelle 7 B, oggi considerate i principi di questo metodo educativo: il legame alla nascita (birth bonding), l'allattamento al seno (breastfeeding), dormire insieme o vicini (bedding close to baby), l'interpretazione del pianto (belief in the language value of your baby's cry), seguire con cautela i consigli degli altri (beware of baby trainers) e l'equilibrio tra i bisogni della mamma e del bambino (balance). Seguendo queste regole si dovrebbe rafforzare il legame tra madre e figlio. In altre parole: è un modo per creare un rapporto famigliare basato su un senso di profonda fiducia e sicurezza, dalla quale trarrebbero beneficio per tutta la vita sia i figli che i genitori. 

Ecco la mia esperienza con l'attachment parenting

All'inizio non sapevo se l'attachment parenting fosse o meno la via giusta per noi. Ho deciso consapevolmente di non cercare e confrontare diversi metodi educativi, perché ero convinta che l'istinto mi avrebbe guidato verso la strada più corretta. Ho iniziato a prendere coscienza dell'attachment parenting quando mia figlia aveva tre mesi. Secondo la app per bebè che usavo, era arrivato il momento di insegnare a dormire alla mia piccola. E per farlo mi consigliava di lasciarla urlare in maniera controllata. All'inizio avrei dovuto lasciarla piangere per un minuto prima di avvicinarmi e consolarla. Ma io fissavo ansiosa il timer sul mio telefonino. Già dopo 30 secondi mi sono arresa e sono corsa da mia figlia, l'ho presa in braccio e ho cancellato l'app. Avevo capito che il mio cuore di mamma non era fatto per addestrare la mia amata bambina ad addormentarsi o a fare altre cose. 

Nonostante le critiche: l'attachment parenting era proprio quello che faceva per me

Dopo che le persone vicine mi avevano mostrato chiaramente la loro disapprovazione, mi sono messa alla ricerca di chi la pensava come me: e così capii che il mio cuore di mamma non era troppo tenero, ma che andare incontro alle necessità dei piccoli non era altro che una filosofia educativa: l'attachment parenting o il metodo dell'attaccamento. Spesso l'attachment parenting viene criticato: non c'è il rischio che i bambini diventino troppo insicuri o viziati se assecondiamo tutti i loro bisogni? E cosa succede se il bambino a 18 anni dorme ancora con i genitori? 

Il metodo dell'attaccamento non è sinonimo di abnegazione

Vi posso tranquillizzare sull'ultima domanda: anche mio figlio minore, che ha dormito con noi fin dalla nascita, di recente ha abbandonato il lettone e non ha ancora compiuto tre anni. Ha semplicemente sentito il bisogno naturale di autonomia. E forse è successo proprio perché con l'attachment parenting siamo riusciti a trasmettergli la sicurezza e la fiducia in sé di cui aveva bisogno. Ma è importante non dimenticarsi una cosa: per seguire i sette punti di William Sears è fondamentale trovare l'equilibrio tra i bisogni di tutti. 

L'attachment parenting non deve mai portare all'abnegazione o nel peggiore dei casi al burnout della madre. Si deve tener conto anche dei bisogni dei genitori. Solo in questo modo il metodo può funzionare anche nel tempo.

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