Quando è riconoscibile il sesso del bebè?

Già all’inizio della gravidanza molti genitori sono impazienti di conoscere il sesso del bebè. Ci vorrà tuttavia del tempo prima che il medico possa fornir loro un chiaro responso. Qui vi spieghiamo quando diviene riconoscibile il sesso del nascituro.

Quando si determina il sesso del nascituro?

L’essenziale è naturalmente che, una volta nato, il bimbo sia sano. Ciò non di meno, molti genitori sono impazienti e circa l’80% di loro desidera conoscere in anticipo il sesso del bimbo in arrivo. I motivi di questa scelta sono molteplici: alcuni genitori sono semplicemente curiosi, altri desiderano prepararsi mentalmente, altri ancora vogliono decorare la cameretta in funzione del sesso del bebè.

Il sesso del nascituro si determina già al momento della fecondazione dell’ovulo. In tal senso decisiva è la combinazione dei cromosomi del sesso X e Y. Il cromosoma sessuale dell’ovulo materno è sempre X, quello dello sperma paterno può invece essere X o Y. Laddove la combinazione dei cromosomi sessuali sia XX, tra le braccia di mamma e papà vi sarà presto una bimba. Se la combinazione è XY è invece in arrivo un maschietto.

Quando è riconoscibile il sesso del bimbo?

Prima che il sesso del bebè sia chiaramente identificabile dovrà trascorrere del tempo. Se il medico ha una certa esperienza, intuirà abbastanza presto se è in arrivo un maschio o una femmina. All’inizio della gravidanza la percentuale di diagnosi errate è tuttavia molto alta, ragion per cui nel corso del primo trimestre il ginecologo eviterà di comunicare ai genitori la sua supposizione.

La riconoscibilità del sesso del nascituro dipende dallo stadio di avanzamento della gravidanza:

Fino alla 7a settimana di gestazione non sono riscontrabili differenze di sviluppo legate al sesso. A partire dall’8a settimana si ha invece una prima differenziazione: nei maschietti ha luogo la formazione dei testicoli, che producono l’ormone maschile testosterone. Nel caso delle bimbe, invece, a partire all’incirca dalla 10a settimana vanno prendendo forma i primi elementi distintivi del sesso femminile: le ovaie. Ciò non di meno, in questa fase è ancora piuttosto difficile riconoscere le differenze. Un indizio utile è fornito dalla cosiddetta protuberanza, un’incurvatura a partire dalla quale si formano gli organi genitali esterni. Se questi si sviluppano con un’angolazione di oltre 30° rispetto alla colonna vertebrale, con ogni probabilità è in arrivo un maschietto. Se l’angolazione è invece inferiore ai 30° nascerà presumibilmente una bimba. Onde poter rilevare l’angolazione, occorre che durante l’ecografia il nascituro poggi sulla schiena. Il risultato di questo tipo di osservazione non è tuttavia del tutto attendibile.

Ben più probabile è che il medico riesca a determinare il sesso del bebè a partire dalla 14a o 15a settimana di gestazione. A tal fine dovrà eseguire un’ecografia. Sullo schermo potrà distinguere inequivocabilmente gli organi sessuali – ma solo a patto che il piccolo si mostri collaborativo. La possibilità di riconoscere senza ombra di dubbio il sesso dipende infatti anche dalla posizione del bebè, che non di rado sembra divertirsi a nascondere gli organi genitali con le manine o i piedini. Se siete in dolce attesa, potete quindi soltanto sperare che il vostro bebè sia disposto a mostrarsi nella sua interezza. Per incoraggiare il piccolo a cambiare posizione può essere utile fare qualche passo. Se però il nascituro ha irrevocabilmente deciso di non mettervi al corrente del suo sesso, non vi rimane che aspettare la successiva ecografia.

Ma attenzione: certezze assolute si possono avere soltanto il giorno del parto. Anche laddove nel corso delle visite mediche in gravidanza il medico ritenga di riconoscere segni rivelatori del sesso del bebè, è comunque possibile che li interpreti in modo errato.

Diagnostica prenatale: quando si riconosce il sesso?

Oltre all’ecografia esistono svariati metodi per stabilire in modo affidabile il sesso del nascituro – anche prima della 14a settimana di gestazione. Le tecniche di diagnostica prenatale (p.es. la villocentesi) consentono ai medici di determinare il sesso del bimbo già dalla 10a o 11a settimana. Il loro scopo primo è tuttavia quello di rendere possibile il riconoscimento precoce di malattie ereditarie e disturbi cromosomici, e non la determinazione del sesso. Prima che il medico proceda a un esame di diagnostica prenatale sarà bene che la futura mamma gli comunichi se desidera o meno conoscere il sesso del nascituro.