La blogger di Hello Family Deborah

Le barzellette per bambini: tutto sul tema della risata

I bebè di sole sei settimane sanno già ridere. Ma questa risata non ha niente a che fare con l'umorismo, un aspetto che invece si sviluppa con gli anni. La blogger Deborah ci spiega a quale età i bambini iniziano a comprendere le barzellette e il sarcasmo.

Ricordo ancora come se fosse ieri, la volta in cui nostra figlia ci ha raccontato la sua prima barzelletta. «Qual è il colmo per un pesce? Ritrovarsi con l'acqua alla gola» Ai tempi aveva quattro anni e non era ancora in grado di capire il gioco di parole. Ma trovava le due frasi talmente divertenti che ha continuato a raccontarci la barzelletta per tutto il resto dell'anno in versioni sempre nuove. Ogni volta inseriva elementi diversi. Orsetti lavatori, auto ma anche calzini. Rideva sempre di gusto quando ci raccontava la sua barzelletta personalizzata. Il tentativo di spiegarle che la barzelletta funzionava solo con il pesce, sembrava rimbalzarle addosso. Ne creava anche nuove versioni con gli alimenti. Le sue barzellette la facevano morire dal ridere, noi ci univamo perché quella risata era contagiosa.

Le barzellette per bambini: una questione d'età

Un bambino in media ride 400 volte al giorno. Ed è giusto che sia così: infatti, la risata influisce positivamente sui livelli ormonali, promuove le difese immunitarie e fa sì che il corpo riceva una dose aggiuntiva di ossigeno. Per questo è fondamentale avere il giusto rapporto con le battute e l'umorismo in famiglia.

I motivi di ilarità dipendono dall'età dei bambini. All'inizio basta che i genitori si nascondano dietro le mani, ballino con loro oppure gli coprano i piedini di baci. Anche combinare dei guai fa morire dalle risate i bambini piccoli. Come la confezione di couscous che vola per terra e si svuota. O il papà con la federa del cuscino in testa. Sono tutti motivi per ridere a crepapelle. All'età dell'asilo subentra l'umorismo scatologico. Ricreare il suono di una scoreggia davanti ai genitori soffiando forte sul braccio? Uno spasso! Il solletico? Il solletico fa ridere i bambini quasi fino all'adolescenza.

Dall'età dell'asilo in poi, i bambini iniziano anche a raccontare le barzellette. Nonostante spesso non siano divertenti. Questo succede perché la sottigliezza di gran parte delle barzellette per bambini, come i doppi sensi delle parole, iniziano a essere comprese solo in età scolare. Ma nonostante questo è fondamentale che un bambino abbia la libertà di raccontarle come vuole. Così affina il suo linguaggio e impara a comprendere i nessi. Le barzellette classiche, i colmi più divertenti e successivamente le battute comiche per i bambini risultano completamente comprensibili a partire dall'età scolare e talvolta non prima dell'età adolescenziale. Questo succede perché le barzellette non sono fatte solo di parole, ma anche di sottili doppi sensi e di ironia. E l'ironia è una cosa che il cervello di un bambino riesce a elaborare correttamente intorno ai dieci anni.

Qualche regola di base per le barzellette che raccontano i bambini

Dobbiamo comunque mettere dei paletti. L'umorismo scatologico nel contesto giusto può far ridere, sempre a patto che: non ci divertiamo a spese di altri. Questo significa che non dobbiamo prendere in giro i difetti delle persone. Perché per noi è importante che i nostri figli accettino gli altri così come sono: con la loro individualità e le loro particolarità. Inoltre, è giusto bandire tutte quelle barzellette antiquate su religioni, nazionalità e colore della pelle. Un tempo ce n'erano tante che iniziavano con «Un italiano, un ebreo e un africano arrivano in un bar…». Sono sempre state razziste e per questo inaccettabili.

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