Un bambino in media ride 400 volte al giorno. Ed è giusto che sia così: infatti, la risata influisce positivamente sui livelli ormonali, promuove le difese immunitarie e fa sì che il corpo riceva una dose aggiuntiva di ossigeno. Per questo è fondamentale avere il giusto rapporto con le battute e l'umorismo in famiglia.
I motivi di ilarità dipendono dall'età dei bambini. All'inizio basta che i genitori si nascondano dietro le mani, ballino con loro oppure gli coprano i piedini di baci. Anche combinare dei guai fa morire dalle risate i bambini piccoli. Come la confezione di couscous che vola per terra e si svuota. O il papà con la federa del cuscino in testa. Sono tutti motivi per ridere a crepapelle. All'età dell'asilo subentra l'umorismo scatologico. Ricreare il suono di una scoreggia davanti ai genitori soffiando forte sul braccio? Uno spasso! Il solletico? Il solletico fa ridere i bambini quasi fino all'adolescenza.
Dall'età dell'asilo in poi, i bambini iniziano anche a raccontare le barzellette. Nonostante spesso non siano divertenti. Questo succede perché la sottigliezza di gran parte delle barzellette per bambini, come i doppi sensi delle parole, iniziano a essere comprese solo in età scolare. Ma nonostante questo è fondamentale che un bambino abbia la libertà di raccontarle come vuole. Così affina il suo linguaggio e impara a comprendere i nessi. Le barzellette classiche, i colmi più divertenti e successivamente le battute comiche per i bambini risultano completamente comprensibili a partire dall'età scolare e talvolta non prima dell'età adolescenziale. Questo succede perché le barzellette non sono fatte solo di parole, ma anche di sottili doppi sensi e di ironia. E l'ironia è una cosa che il cervello di un bambino riesce a elaborare correttamente intorno ai dieci anni.